In Puglia scuole “socchiuse” ovvero aperte dal governo ma, secondo il Presidente di Regione, con frequenza a discrezione delle famiglie e senza obbligo di giustificare le assenze. In Calabria, scuole aperte fino al primo anno delle medie, secondo il parere del Presidente del Consiglio ma in realtà chiuse, in alcuni comuni, fino al 16 (o al 21?) a discrezione della volontà dei sindaci.
È il caso di continuare? Non credo.
Nonostante la predizione della seconda ondata, nulla risulta organizzato e lo schema del primo lockdown si ripresenta, improvvisato e più caotico del previsto. L’unica certezza? L’intero carico di oneri e doveri ricade sulle spalle della famiglia.
In particolare delle mamme, ovviamente, perché sarà per retaggio o senso del dovere, il posto di lavoro da immolare sull’altare è senza dubbio quella della donna.
E c’è la DAD. L’incubo di tutte le mamme italiane, senza contare quelle che lavorano.
Un diavolo per capello.
DAD, problemi da risolvere
La connessione più o meno efficiente è solo l’ultimo dei problemi. Ci sono molteplici piattaforme da utilizzare, una per i libri virtuali, l’altra per i test di verifica, l’altra ancora per le lezioni video. Senza contare tutte le relative App da scaricare sul cellulare nonché gruppi WhatsApp (genitori/professori- professori/alunni- singola prof con la classe- mamme in cui si intrufolano i prof) e registro elettronico.
E poi, nonostante una dotazione di libri da centinaia di euro per chi passa alla prima media, abbiamo schede da stampare a tutte le ore (che arrivino a mezzanotte o alle 18 della domenica sera, poco importa). E ancora orari strampalati, con un’ora di DAD alle 8.30 e l’altra alle 11.30, per un totale di 15 ore da 50 minuti ciascuna a settimana, ovviamente impegnando anche il sabato mattina con due materie (dalle 10.20 alle 12).
E con il lavoro come si fa? Soprattutto per le mamme freelance, libere professioniste in bilico tra le necessità dei figli e la volontà di tenersi stretto il lavoro (che se c’è, è già un regalo di questi tempi), senza né ferie né congedi a disposizione.
Lasciare i figli soli a casa o pagare baby sitter a fior di soldoni, non è la soluzione universale.
Quindi, la soluzione governativa qual è? Abbandonare il lavoro?
Vabbè magari mettendolo da parte solo per qualche tempo, tanto arrivano i sussidi giusto? Sì sì, a pioggia… come no, con i tanti dipendenti che ancora non hanno ricevuto la cassa integrazione, figuriamoci i liberi professionisti.
Proposte concrete per una DAD efficiente
Lamentele fini a se stesse?
No.
#sappiamoispirare.
E proponiamo soluzioni:
- Settimana corta, dal lunedì al venerdì, in modo da non impegnarci 6 giorni su 7, per 15 ore (ovvero poco più di 12 ore di orologio) settimanali
- Snellimento totale della procedura di collegamento, per accorciare il dedalo di link, videocall in zoom, piattaforme, App e gruppi WhatsApp
- Potenziamento delle linee di connessioni wi-fi e incentivi veloci e tempestivi per ottenere linee internet e tablet/pc
Qui di seguito ti ricordiamo quali sono i bonus al momento disponibili (per quanto purtroppo si può ipotizzare che non saranno né veloci né tempestivi):
- bonus baby sitter, spetta ai lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata Inps, limitatamente alle zone rosse. “Ovviamente” non spetta a chi lavora in maniera agile (ergo le mamme che lavorano da casa) né se l’altro genitore è disoccupato. Il bonus non spetta se ci sono zii o nonni disponibili per il baby sitting (!)
- bonus pc e tablet, per famiglie con al massimo 20 mila euro di Isee. Si tratta di un voucher del valore complessivo di 500 euro, da ripartire tra acquisto di un pc o tablet e contributo per potenziare la connessione in casa. Innanzitutto si tratta di un rimborso e poi non esiste il buono da presentare in negozio. Bisogna invece chiamare un operatore telefonico, che gestisce il tutto, applicando poi gli sconti sul canone da pagare (per 12 mesi). Per quanto riguarda pc e tablet, attenzione: può essere fornito solo dall’operatore della compagnia che si è scelta per la connessione wi-fi in casa. Quindi non resta che chiamare un operatore del provider preferito e attendere in linea di ricevere le informazioni.