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Una bella chiacchierata con una professionista che, come tante in questo periodo, ha continuato a svolgere la sua professione in smartworking. Essendo anche mamma di due bimbi piccoli, l’organizzazione per poter lavorare in casa deve essere meticolosa.

Diamo il benvenuto all’avvocato Livia Carnevale, che in questa intervista ci racconta la sua giornata tipo di mamma, moglie e professionista, toccando con grande abilità i punti essenziali della vita di una mamma lavoratrice.

#mammachebrand, intervista all’avvocato Livia Carnevale

Benvenuta Livia! È un piacere averti qui con noi!

Ciao Natalia e grazie per questa opportunità.

Che lavoro fai? Da quanto tempo?

Sono Avvocato da 4 anni, ma anche prima di iscrivermi all’albo degli avvocati, ho collaborato con studi legali e studi notarili come esperta nel settore giuridico.

Quali requisiti servono per svolgere la tua professione? Cosa apprezzano di più i tuoi clienti?

I requisiti sono innanzitutto la laurea in giurisprudenza, poi lo svolgimento della pratica forense ed il superamento dell’esame di abilitazione per la professione di avvocato. È un percorso lungo che comporta tanto impegno e sacrifici.

I clienti apprezzano la preparazione del professionista che sia in grado di trovare la soluzione per ogni specifico problema. Non esistono mai due casi uguali, per ogni cliente bisogna trovare una soluzione su misura come un abito sartoriale.

Descrivi la tua giornata tipo

La mattina mi sveglio un po’ prima dei miei figli (Regina 7 anni e Gabriele 1 anno e mezzo), faccio colazione con mio marito e poi svegliamo i bambini. Regina ormai è autonoma e si prepara da sola, io mi occupo di preparare Gabriele. Li accompagno a scuola. Per ottimizzare i tempi frequentano la stessa struttura scolastica in cui vi sono nido, materna e primaria, così non devo accompagnarli in due scuole differenti. Poi vado al lavoro.

Il lavoro dell’avvocato fino a un anno fa si svolgeva esclusivamente in studio. La pandemia ci ha portato a riorganizzare anche la nostra professione. Io collaboro con uno studio legale, per cui alcuni giorni lavoro in studio, altri giorni in smartworking da casa. Sia che io mi trovi in studio o a casa, le ore di lavoro sono le medesime e faccio le pause sempre agli stessi orari.

L’unica differenza è che nei giorni in cui lavoro da casa, durante la pausa pranzo ne approfitto per svolgere qualche attività domestica. Ad esempio, programmo la lavatrice in modo che durante la pausa io possa stendere i panni. Oppure sistemo il disordine (che c’è sempre nelle case con bambini) così da non dover rassettare tutto la sera dopo cena. Dopo pranzo la mia giornata lavorativa continua anche dopo che i bambini tornano da scuola. Per cui mi chiudo in una stanza come se non ci fossi, perché Regina sa che sto lavorando, ma Gabriele se mi vede vuole stare con me. Dunque esco dalla stanza solo quando ho finito.

Per fortuna lavoro dal lunedì al venerdì, per cui ho due giorni a settimana in cui potermi dedicare totalmente alla mia famiglia.

Qual è il tuo consiglio per conciliare lavoro e figli?

Farsi aiutare, sia in modo gratuito che pagando. Ho la fortuna di avere i nonni vicini, quindi vanno a prendere i bambini a scuola e si occupano di loro un paio di ore nel pomeriggio fino a quando non finisco di lavorare. In più ho una colf che viene in casa alcuni giorni per le pulizie. Se dovesse essere necessario, cercherei anche una babysitter. Quindi il mio consiglio è: anche se dovete pagare delle persone per aiutarvi nella gestione familiare, l’importante è non lasciare il proprio lavoro, perché i guadagni possono variare, ma lasciare il lavoro significa perdere la possibilità di acquisire esperienza e rischiare di non riuscire più a rientrare nel mercato del lavoro.

Altro consiglio super importante: coinvolgete sempre il vostro partner! Ad eccezione dei momenti in cui lui è al lavoro fuori casa, il papà deve occuparsi della casa e dei bambini esattamente come la mamma. Le donne non sono super eroi e coinvolgere i papà anche per cambiare il pannolino o per preparare la lavastoviglie, servirà a sentirsi una famiglia più unita in cui ognuno è coinvolto, credetemi.

La tua più grande sfida/soddisfazione? Racconta un aneddoto, se ti va

Il lavoro dell’avvocato si è sempre svolto in studio. Quindi, prima di partorire il mio secondo figlio, avevo dovuto interrompere la collaborazione con lo studio legale in cui lavoravo. Mi si prospettava un lungo periodo di stop dal lavoro per potermi occupare di mio figlio. Invece, dopo la nascita di mio figlio, mi ha contattato un collega, titolare di un rinomato studio legale, che mi ha proposto di collaborare per il suo studio lavorando da casa.

Ho colto al volo questa opportunità, così ho ripreso a lavorare quando mio figlio aveva un mese e gestivo la mia giornata lavorativa in modo assolutamente flessibile, adattandomi alle esigenze di un bimbo neonato e dedicandomi al lavoro quando lui dormiva (tanto per fortuna). Tutto questo nel 2019, quindi prima della pandemia. Posso dire che questo avvocato è stato lungimirante e non finirò mai di ringraziarlo per avermi dato l’opportunità di continuare a svolgere la mia professione anche con un bimbo piccolo.

Quando mio figlio ha iniziato il nido, ho ricominciato a fare i colloqui per inserirmi stabilmente in uno studio legale. Temevo che la mia condizione di mamma mi avrebbe limitato nel poter trovare lavoro, invece ho fatto diversi colloqui con esito positivo e oggi collaboro con un importante studio legale occupandomi del settore in cui sono specializzata, e questa è un’enorme soddisfazione.

La tua più grande perplessità/esigenza?

La mia più grande perplessità è dover sentire ancora oggi, provato sulla mia pelle alcuni mesi fa, che dei recruiter tendono ad escluderti da posizioni lavorative come legale di importanti società, solo perché sei mamma con figli piccoli. Non capiscono che, anche se non resti in studio fino alle 9 di sera, puoi comunque essere produttiva perché sai organizzare il tuo lavoro in una minore quantità di ore.

Direi che, con la nuova realtà lavorativa che si è delineata a causa della pandemia, dobbiamo prendere come aspetto positivo la flessibilità del lavoro. Quindi l’esigenza di oggi è guardare più al risultato che al maggior numero di ore di lavoro.

Permettere di conciliare il proprio work-life balance rende i lavoratori più soddisfatti e produttivi, donne o uomini che siano.

Come hai cominciato questo lavoro? Consiglieresti il tuo lavoro a chi comincia oggi? Perché?

Il mio è un lavoro che richiede anni di studio e preparazione e il superamento dell’esame di abilitazione. Quindi è opportuno avere chiaro l’obiettivo di diventare avvocato già al momento della laurea in giurisprudenza. A chi comincia oggi consiglierei di scegliere un settore in cui specializzarsi, perché i rami del diritto sono moltissimi e la professione legale si sta evolvendo. L’avvocato generalista è richiesto sempre meno, i clienti si rivolgono ad un legale per una specifica esigenza e l’avvocato di oggi deve essere davvero esperto nell’ambito richiesto dal cliente.

Inoltre, negli ultimi anni la professione legale ha ampliato i suoi orizzonti approdando nel mondo dei social. E costruire un network da remoto è ormai fondamentale per farsi conoscere e trovare nuova clientela. Per cui i giovani nativi digitali sapranno ancora meglio conciliare la professione con le nuove esigenze della società.

Segnala qualche fonte interessante o risorsa per chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso

Consiglio ad un neolaureato in giurisprudenza, che volesse intraprendere la professione forense, di scegliere uno studio legale per svolgere la pratica che si occupi dei settori che più lo interessano, perché le proprie passioni si delineano già durante gli studi universitari. In tal modo potrà formarsi in specifici ambiti.

Inoltre, bisogna puntare alla formazione ed all’aggiornamento continuo. Seguire seminari, corsi, master dopo la laurea, consente di essere sempre aggiornati. Io continuo a studiare anche adesso che sono avvocato.

Il blog è utile per la mamma freelance: perché?

Nel mio specifico caso per la mia professione sto trovando molto utile LinkedIn che mi permette di entrare in contatto con altri professionisti e scambiare idee e opinioni. Posso dire che molti avvocati hanno un blog e sono attivi in vari social in cui scrivono o fanno brevi video per spiegare problematiche legali a chi non è del settore.

Io scrivo per diverse riviste giuridiche online che si rivolgono sia a professionisti che a gente comune. Anni fa ho lavorato per un noto sito internet nel settore giuridico per il quale ho fatto anche dei video in cui spiegavo alcune normative, rivolgendomi ad un pubblico vario.

Ammetto che da tempo vorrei aprire un blog, perché mi piace utilizzare i social ed entrare in contatto con le persone. Magari questo sarà il mio prossimo obiettivo.

 

Grazie ancora Livia, per la tua disponibilità! Questo è il suo profilo Linkedin, per un contatto diretto.

Natalia Piemontese

Sono Natalia, un Master in Risorse Umane, due figlie e dal 2009 sul web come redattrice e copywriter freelance. Ho collaborato con decine di blog professionali e scritto libri, dedicandomi in particolare a business e tematiche del lavoro. Siccome sono sopravvissuta (felicemente), posso aiutarti a creare il tuo brand e a gestire un blog.

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