Ebbene, la tendenza che vede snobbare i vantaggi della grande città a favore delle zone residenziali in periferia è confermata.
In particolare alcune ricerche condotte da agenzie immobiliari estere, come Zillow in America e Rightmove in Inghilterra, mostrano che il fatto di poter lavorare da casa rende più appetibile il “ritorno alle origini”.
Come la casa immersa nel verde e lontana dal caos cittadino oppure il rientro nella città natale del Sud Italia.
Perché spostarsi in periferia o al Sud Italia?
Non è un caso se i nuovi trend compaiono come conseguenza post pandemia. Le persone cercano case con più spazio, magari in cui creare un home office e questo inevitabilmente le spinge lontane dai centri città, dove i prezzi per grandi appartamenti diventano proibitivi per i più.
Il budget per l’acquisto o l’affitto di una casa resta lo stesso dunque ma ora la priorità torna ad essere lo spazio e non la vicinanza dei servizi.
La possibilità di lavorare in smart working fa sì che i vari collaboratori possano ora vivere più distanti dal centro, magari in un apiù tranquilla cittadina di provincia. Gli spostamenti sono limitati e il viaggio in ufficio, non più all’ordine del giorno, diventa poco faticoso.
Sono i nuovi residenti rurali. Ma il desiderio di uno stile di vita nuovo, più tranquillo e con più spazi all’aperto di cui godere dà vita a un altro trend sempre più monitorabile: quello del south working.
Nel corso della fase 3 ovvero quella della riapertura tra regioni, lavoratori e studenti fuori sede del sud sono rientrati in massa nelle loro terre di origine. E dal momento che possono lavorare in smart working e sostenere esami universitari in video conferenza, hanno deciso di lasciare le metropoli e rimanere lì.
Certo, il rientro alla normalità ci sarà ma si prevede che sarà molto graduale. Nel frattempo i lavoratori stressati dai ritmi caotici del nord apprezzano la maggiore semplicità del Meridione e nascono gruppi per la promozione del lavoro da remoto sul territorio.