Una mamma lavoratrice si sente spesso in colpa, vorrebbe giornate da 48 ore e crede di dover dimostrare di più rispetto alle colleghe senza figli.
E nulla cambia se è una mamma che lavora da casa.
In realtà, la maternità è oggi una skill da inserire nel curriculum. Parola di recruiter.
Ecco perché.
Mamma lavoratrice da casa: le skill vincenti
Maternità e lavoro, un binomio esplosivo che purtroppo spesso diventa una vera e propria sfida esistenziale. Avere figli è tra le esperienze più forti e sensazionali della vita di una donna.
Per alcuni percorsi di carriera, i figli rappresentano un limite al successo e al moltiplicarsi delle opportunità, in particolare se ci riferiamo a rapporti da dipendente.
Eppure, giunte alla soglia dei 40 anni, con competenze specifiche in tasca, esperienza sul campo e un paio di figli a irradiare la vita, ecco che la genitorialità diventa una skill spendibile sul mercato.
Al pari di sport, hobby e volontariato.
Ma come inserire la maternità nel cv?
In particolare, ci sono 3 campi in cui il gap tra la mamma al lavoro e le colleghe single o senza figli diviene lampante:
- area relazionale. La neo mamma impara, fin dal primo giorno di vita del suo bambino, ad interpretare i segnali del corpo (in assenza di linguaggio verbale). Questo permette di “drizzare le antenne” a tutto vantaggio di empatia, comunicazione efficace e capacità di ascolto.
- ambito organizzativo. Gestire l’aspetto professionale della propria esistenza diventa arduo con uno o più figli da crescere. Coordinare la loro cura ed educazione, curare la casa e rimanere efficienti sul lavoro significa imparare ad agire per priorità, abbassare l’ansia da prestazione, gestire lo stress e ragionare in termini di soluzioni (tempestive!).
- campo creativo. Molte aziende mettono a disposizione biliardini, ping pong e costruzioni Lego per sviluppare il pensiero laterale dei dipendenti. Basta questo per capire l’importanza della creatività nell’ottimizzazione delle prestazioni sul posto di lavoro. I bambini coinvolgono ogni giorno le mamme nei loro giochi e richiedono stimoli continui e innovativi per soddisfare le proprie esigenze.
Lavoro freelance, quali le competenze più richieste nel 2o21?
Secondo una ricerca del World Economic Forum, le competenze più richieste sul posto di lavoro nel prossimo futuro saranno:
- ascolto ed empatia (intelligenza emotiva)
- comunicazione efficace
- networking
- gestione del tempo e delle priorità
- delega e richiesta di collaborazione
- gestione della complessità
- creatività
- problem solving
- gestione del cambiamento
- multishifting (capacità di passare in maniera rapida da un compito all’altro), differente dal famigerato multitasking
Aggiornamento post-Covid. Alla luce del primo lockdown e della seconda ondata che sembra riproporre purtroppo lo stesso scenario, abbiamo deciso di fare qualche riflessione su ciò che possiamo imparare da tutto ciò.
Le mamme lavoratrici, già abituate a lavorare online da casa e a utilizzare computer e altri strumenti tecnologici e digitali, si sono ritrovate a dover assistere i figli nella DAD, nonché vedere ridurre i tempi a disposizione per la professione e la propria privacy.
Questo ha naturalmente sviluppato nuove capacità gestionali e manageriali, seppur mettendo a dura prova i nostri nervi, a volte 🙂
Ecco le skill da inserire allora nel curriculum della mamma lavoratrice:
- auto motivazione. Una capacità non da poco, perché ci porta a lavorare su noi stesse, a concentrarci sulle difficoltà e a superarle. “Niente sarà più come prima” è una delle lezioni che la pandemia ci ha impartito: quindi d’ora in avanti nessuno può più isolarsi nel proprio piccolo mondo ma dobbiamo imparare a supportarci e stimolarci a vicenda, per trovare tutti la forza di andare avanti e fare meglio.
- condivisione. Altra durissima prova da affrontare, per chi ha costruito giorno dopo giorno il proprio angolo di mondo, il proprio spazio in cui lavorare e concentrarsi. Con i figli in giro per casa, il disordine imperante e il caos generale, tutti gli schemi saltano! Se fino ad oggi abbiamo pensato solo alla produttività, a partire da questo momento dobbiamo alzare lo sguardo su tutto ciò che ci circonda, abituarci a lavorare aiutando chi ci sta accanto, prendendoci cura di loro ed essendo pronte a riprendere la concentrazione, una volta fornito l’aiuto di cui hanno bisogno.
- resilienza e ribellione. Ebbene sì, la pandemia ci ha spinto anche verso pensieri più profondi, che nascono dalla ribellione verso un sistema ormai consolidato ma che ormai è evidente che non funziona più. Maggiore responsabilità, più senso critico, lungimiranza: sono queste le qualità che ci permetteranno, come in ogni passaggio verso l’evoluzione della specie, di adattarci alle nuove condizioni e continuare a vivere e lavorare in contesti “trasformati” e inevitabilmente diversi.
- organizzazione. Ebbene sì, se fino a prima della pandemia pensavamo di essere persone organizzate, in un certo senso ora ci siamo dovute ricredere! Il lockdown ha buttato all’aria ogni abitudine, ogni ordine in casa, abolendo anche regole di comportamento che sembravano solo frustrare di più grandi e piccini. Oggi invece abbiamo imparato a rimodulare le giornate, trovare nuovi tempi e spazi in casa per lavorare, migliorare le connessioni wi-fi per una DAD meno stressante. Seppure abbiamo concesso ai bambini di lasciare i giocattoli ovunque e mangiare sul divano, oggi abbiamo ripreso in mano la situazione, stabilendo le nuove regole per la convivenza all’interno del nucleo familiare.
Per concludere, questa turbolenza ci ha costretto a rivedere la nostra vita, sia dal punto di vista personale che professionale.
Il rischio più grande è continuare a comportarsi, pensare e interagire come se tutto ciò non fosse mai accaduto!
Alla luce di queste considerazioni, non resta dunque che aggiornare il curriculum della mamma lavoratrice! Inseriamo la maternità e lavoro -e la convivenza con la famiglia- al pari di un vero e proprio corso di formazione, per cogliere nuove opportunità, anche dal mondo digitale.

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