Le mamme che lavorano in smart working sono le più colpite considerando che si dividono tra più mansioni. I numeri che emergono dallo studio svolto a Boston sono rappresentativi.
Tra le nuove eroine del 2020 ci sono sicuramente le mamme che lavorano in smart working e conducono la loro vita tra didattica a distanza, pannolini da cambiare e riunioni che non si possono posticipare.
Uno studio conferma l’incremento del loro impegno.
I dati dello studio svolto a Boston
Se prima tutte le mamme si dividevano tra lavoro, casa e figli – oggi con lo smart working tutto avviene all’interno dello stesso ambiente. Il Boston Consulting Group – leader in consulenza strategica – ha condotto uno studio dal titolo “COVID-19 Impact on Working Parents”.
Questa indagine, doverosa visto il periodo attuale che stiamo vivendo, ha voluto coinvolgere più di tremila genitori che vivono in più Paesi del mondo, Italia compresa. L’impegno di una mamma è aumentato di 28 ore circa a settimana, se si considera lo svolgimento del proprio impegno lavorativo accompagnato dalla cura dei figli – oltre alla didattica a distanza – la loro educazione e anche il volersi ritagliare qualche ora per giocare con loro e non farli annoiare.
Uno dei dati che non è passato inosservato riguarda un 60% degli intervistati che parla di come non ci siano stati aiuti esterni durante il lockdown, con asili e scuole chiuse.
Quanto è aumentato il lavoro delle madri?
Sempre secondo lo studio sono le mamme che si fanno carico di tutto a casa, anche se devono lavorare e hanno delle scadenze imprescindibili. In Italia la situazione sembra essere peggiore che negli altri Paesi, considerando che ci sono 15 ore di lavoro da aggiungere ogni settimana, con impegno superiore a quello dei papà.
Gli intervistati hanno commentato di aver visto la loro performance lavorativa scemare nell’ultimo periodo, proprio per dover far fronte a tutte le responsabilità che ruotano intorno a casa e famiglia.
Cosa ne pensate? Vi rispecchiate nei dati di questo studio?